La schiuma della memoria

Qui si parla innanzitutto di un romanzo, uscito nel novembre del 2010 presso le edizioni Montag di Tolentino.
Il titolo è La schiuma della memoria e l'ho scritto io.
Poi si parla e si scrive di altre cose, di fotografie e di film, di libri letti e di teatro, di teatroterapia e di paesaggio. E di altro ancora. L'intenzione è comunque quella di raccordare la memoria con l'attualità per ritrovare il senso perduto degli eventi e per non dimenticare personaggi che con le loro vite hanno scritto pagine di storia non solo privata, ma anche collettiva. Molti di essi sono i miei riferimenti culturali e di valore. Il romanzo stesso dialoga con questi contenuti, in modo dinamico, in costante evoluzione, perché la memoria non è cristallizzazione ma è senso e significato. Mi piacerebbe che la lettura del blog desse anche il piacere della scoperta e di un punto di vista sul mondo spostato dalla norma, in qualche modo sorprendente. Buona lettura.

mercoledì 4 maggio 2011

Antonio Ligabue, la follia del genio

Il 12 marzo è stata inaugurata la mostra "ANTONIO LIGABUE, La follia del genio", che proseguirà fino al 26 giugno presso la Fondazione Magnani Rocca di Mamiano (Traversetolo, Parma).
L'ho visitata nei giorni scorsi.
La mostra comprende 150 opere, vale a dire un'ampia selezione dei dipinti a olio, quelli che l'hanno reso famoso, una serie di disegni e di incisioni, alcune sculture di bronzo ottenute dagli originali in argilla (che l'autore masticava a lungo, dopo averla prelevata dal fiume Po, per renderla più duttile) e qualche terracotta.
Ogni volta che si guardano le opere di Ligabue, ogni volta che ci si sofferma a riflettere davanti a esse, si scopre qualcosa di nuovo: un particolare che era sfuggito, una sfumatura di colore, una delle tante presenze di viventi in primo piano o sullo sfondo. E rimane un mistero, sempre e comunque. E' difficile, forse impossibile carpirli tutti. Fatto dovuto alla grandezza dell'artista e al suo percorso artistico, capace di far vivere sulle tele le inquietudini interiori e le immagini di lotta per la vita e per la sopravvivenza, nelle quali probabilmente, in qualche modo si riconosceva.
Io ho notato gli occhi. Gli occhi delle belve, leoni, tigri e leopardi, gli occhi dei serpenti, gli occhi delle scimmie. Che siano vittime o carnefici nel grande pasto della catena alimentare dell'ecosistema, quegli occhi sono uguali ai suoi, gli stessi dell'artista, che ritroviamo negli autoritratti (qui ce n'è una serie dal 1942 al 1961, che ci mostra come cambi nel frattempo il viso dell'artista e come quegli occhi siano invece l'elemento di continuità).
Come dire: il mio sguardo sul mondo, il mio sguardo di artista è quello di una belva o quello di una vittima, ma comunque è uno sguardo che è dentro le cose, dentro la natura, dentro la sua vitalità anche brutale.
Il colore è l'aspetto che senz'altro colpisce di più, così come la ricchezza di viventi che popola le tele, come già segnalato.
Una chicca della mostra è la motocicletta, una rossa Guzzi 500, appartenuta al pittore.
La mostra è bella e ben organizzata.
Info su apertura, visite guidate e prezzi:www.magnanirocca.it
Il pittore Ligabue è ricordato, tramite un incontro divertente fra il protagonista smemorato e un contadino della Bassa padana, nel mio romanzo La schiuma della memoria, da cui prende origine questo blog. C'è anche un quadro di Ligabue, nel romanzo.
I quadri di Ligabue, senz'altro, sono anche molto narrativi.
Qui sotto un po' d'immagini: due duelli impossibili (Leopardo assalito dal serpente e La vedova nera: quest'ultimo assolutamente gotico e inquietante, qui si nota la ricchezza dei particolari), un autoritratto con moto e infine la moto, quella vera.



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