La schiuma della memoria

Qui si parla innanzitutto di un romanzo, uscito nel novembre del 2010 presso le edizioni Montag di Tolentino.
Il titolo è La schiuma della memoria e l'ho scritto io.
Poi si parla e si scrive di altre cose, di fotografie e di film, di libri letti e di teatro, di teatroterapia e di paesaggio. E di altro ancora. L'intenzione è comunque quella di raccordare la memoria con l'attualità per ritrovare il senso perduto degli eventi e per non dimenticare personaggi che con le loro vite hanno scritto pagine di storia non solo privata, ma anche collettiva. Molti di essi sono i miei riferimenti culturali e di valore. Il romanzo stesso dialoga con questi contenuti, in modo dinamico, in costante evoluzione, perché la memoria non è cristallizzazione ma è senso e significato. Mi piacerebbe che la lettura del blog desse anche il piacere della scoperta e di un punto di vista sul mondo spostato dalla norma, in qualche modo sorprendente. Buona lettura.

sabato 16 aprile 2011

Leonardo, ovvero il genio

Leonardo nacque a Vinci il 15 aprile di 559 anni fa, nel 1452.
Fu artista, scienziato, studioso di anatomia, inventore, ingegnere ante litteram. Nella sua vita dimostrò di saper fare bene tutto, o quasi. Talento universale del Rinascimento italiano. Quando è triste e deprimente e c'è da vergognarsi a sentirsi italiani, come cantava Giorgio Gaber, possiamo sempre consolarsi con il Rinascimento. Fioritura di idee e di creatività. Leonardo incarnò in pieno lo spirito della sua epoca, portandolo alle maggiori forme di espressione nei più disparati campi dell'arte e della conoscenza. Difficile fare un elenco, basta quanto detto. Uno che non solo aveva le idee, ma le realizzava pure. Creatività e manualità, così è andata avanti l'umanità, da sempre. Le sue opere artistiche sono sparse per l'Europa, e forse Leonardo è anche uno dei primi europei, ha soggiornato ovunque, ovunque ha prestato il suo genio e il suo lavoro, magari per necessità: aveva bisogno di soldi, tanti, per realizzare le sue idee strampalate, che spesso doveva pagarsi coi suoi dipinti apprezzatissimi in tutte le corti europee. In realtà, le sue idee sembravano strampalate, ma erano semplicemente anticipatrici del futuro. Se c'era uno in grado di immaginare il futuro era lui, Leonardo. Giulio Carlo Argan evidenzia come per Leonardo tutto è "immanenza". Egli guarda la realtà e la natura con gli occhi dello scienziato. Il paesaggio di quest'opera "non è un paesaggio veduto né un paesaggio fantastico: è l'immagine della "natura naturans", del farsi e del disfarsi, del ciclico trapasso della materia dallo stato solido, al liquido, all'atmosferico: la figura non è più l'opposto della natura, ma il termine ultimo del suo continuo evolvere".
Per me le sue opere pittoriche più importanti sono tre: L'Adorazione dei Magi (Uffizi, Firenze), L'ultima cena (S. Maria delle Grazie, Milano) e La Gioconda (Louvre, Parigi).
"A questo dipinto,
che esalta la pietà religiosa della cerchia neoplatonica,
si riferisce esplicitamente Leonardo interpretando
il tema in chiave simbolica, e non storica o
fiabesca, e raggruppando le figure a cerchio intorno
alla sacra apparizione invece di farle arrivare in corteo.
Andando ancora più in là del Botticelli, elimina
anche la capanna; e confonde i Magi in una ressa di
persone agitate, accorrenti, gesticolanti, prostrate.
Anche il Botticelli sviluppa il tema più come epifania,
o manifestazione del divino, che come adorazione; ma
Leonardo rifiuta di considerare l’aspetto sociale del
tema (l’omaggio dei signori e dei dotti a Dio) e va diritto
al nucleo filosofico. Poiché concetto fondamentale
del pensiero neoplatonico è l’ispirazione o il furor
(anche come grazia divina concessa a pochi spiriti
superiori, a una élite), espone e dimostra il proprio
concetto, completamente diverso, del furor.
Epifania è fenomeno; dunque nel fenomeno e non
nell’astratta idea si manifesta il divino. Il fenomeno
sorprende, emoziona, turba, suscita reazioni diverse,
mette in moto tutta la realtà: anche i cavalli imbizzarriscono
al fenomeno dell’apparizione divina". (Argan)
L'ultima cena è un'opera rivoluzionaria per il contenuto: c'è una donna, probabilmente Maddalena, di fianco a Gesù, fatto ritenuto sacrilego al tempo e mascherato con una barba. Il recente restauro ha riportato in luce fattezze e lineamenti decisamente femminili. Gesù ha voluto, dunque, secondo Leonardo, anche la Maddalena, insieme agli apostoli. Fatto che allude forse a una sua relazione con la donna, ex prostituta da lui convertita, probabilmente innamoratissima di Lui. Se ricambiata non ci è dato di saperlo; Leonardo parrebbe optare per il sì.
Come spiega Giulio Carlo Argan, nulla in realtà è meno enigmatico del sorriso della Gioconda. Quel sorriso è l'espressione dell'uomo rinascimentale che si erge davanti al paesaggio, alla natura che fa semplicemente da sfondo alla propria immagine, rivendicando una posizione preminente che darà luogo alla rivoluzione scientifica e artistica del Rinascimento stesso. Al contempo però ne è partecipe, diremmo oggi è elemento biotico, vivente dell'ecosistema e fattore antropico, elemento determinante nella trasformazione dell'ecosistema stesso. E allora quel sorriso assume il significato del benessere che si manifesta quando essere umano e natura sono in armonia.
Quel sorriso incanta milioni di turisti al Louvre, un gran numero dei quali sono giapponesi, da sempre, e cinesi, negli ultimi anni.
Riuscire a vedere la Gioconda al Louvre senza schiere asiatiche al fianco è un'impresa. Se qualcuno ci riesce, me lo faccia sapere.

Nessun commento: